L’empatia unica dei cani

Coadiutore del cane, Maria Chiara Ventrucci

Ho 3 cani al momento, ognuno di loro ha una personalissima e unica capacità di empatizzare.

Nanà

La mattina mi sveglio molto presto. Di solito trovo Argo e Cloe sul divano, mentre Nanà dorme nel sottoscala e viene su solo quando mi sente.

Nanà è l’ultima arrivata, ha quasi 10 anni, è una rinuncia di proprietà, sarebbe finita in canile. Ci siamo sentite, ci siamo scelte. Gli educatori cinofili non erano tanto convinti; due cani, due gemelli piccoli. Chi se la prende la responsabilità? IO

L’empatia unica dei cani

Non era socializzata, non sapeva cosa vuol dire giocare….

Ma ci sono Argo e Cloe…loro le insegneranno.

Ho scoperto, solo dopo molto tempo che era con noi, che è meticcia pastore dell’Anatolia, così mi si è spiegata la taglia.

Spesso ha atteggiamenti impauriti, chissà cosa ha vissuto. E’ dolce, femmina, attenta, buffa quando tenta di giocare. Così grande ma con un atteggiamento così indifeso. Sono contenta di non essermi arresa.

Il nostro legame è profondo. Lei sente il mio stato d’animo. Se sono anche minimamente alterata, va per andare di sotto nella sua cuccia, come se avesse paura che io sgridi con lei. Si avvia a testa bassa, si ferma, si gira a guardarmi come a chiedermi se deve andare o se può stare, starmi vicino.

E’ talmente espressiva col suo corpo. A volte, scopro guardando il suo atteggiamento verso di me, vedendo come mi guarda, che sono agitata. Allora la chiamo verso di me, non sono mai arrabbiata con lei, o se lo sono, mai così tanto da mandarla via. Non riuscirei mai, ci riempiamo di coccole a vicenda. E il mondo si ferma dentro una carezza.

Cloe mi consola col calore del suo corpo, come una mamma.

L'empatia unica dei cani
L’empatia unica dei cani

Qualche settimana fa ho saputo della morte di un vicino di casa di quando vivevo a Borghi. Una persona socievole, piacevole, con cui scambiavo qualche discorso quando uscivo di casa e lui era li, davanti a casa sua, a far uscire i suoi cagnolini. Passione comune. I cani.

Sapevo che era molto malato, me lo aveva detto lui. La sua telefonata a fine novembre per chiedermi una cosa. Poi pochi giorni prima di Natale, per assicurarsi delle promesse fatte. Si preoccupava di essere corretto con me, e stava morendo. Mi dispiace tanto. Forse lui ora sta meglio. Ha raggiunto sua moglie, che tanto adorava. Il suo corpo era molto ammalato. Forse per lui è stato una liberazione. Lo spero, glielo auguro. Ma questa storia mi ha reso molto triste e insonne.

Quel Venerdì notte non sono neanche andata a letto, pensavo a lui. Ancora prima di razionalizzare che stavo pensando a lui e soffrendo per questa morte, Cloe col suo corpo è venuta sopra di me. Mi ha appoggiato il muso prima sul petto e poi sotto l’ascella e col suo corpo caldo era come se volesse avvolgermi il più possibile.

Io non ho un buon rapporto con la morte degli altri. E lei ancora prima che io me ne rendessi conto mi ha avvolto con calore, presenza, delicatezza, rispetto e senso di profonda dignità accompagnandomi in questo doloroso vissuto senza giudizio.

Argo

Argo quando ero incinta dormiva col muso sul mio basso ventre.

E’ sensibilissimo, soprattutto verso i bambini, verso il dolore. Abbaia ogni volta che Federico e Bianca piangono, se litigano, se si fanno male.

Abbaia tanto, per gioco, per stress, per avvisare,…ma in certi casi no. Il cane super abbaione, in certe occasioni si comporta diversamente.

Quando vivevamo ancora a Borghi ebbi un forte attacco di emicrania. Mio marito chiamò la guardia medica due notti di seguito. Non passava. Un male atroce. Prima che arrivasse il 118, Argo si mise sul letto con me, respirava in un modo lento e profondo, mi aiutò a prendere il suo ritmo, e quindi ad ossigenare meglio il cervello. Mi calmai grazie ad Argo. Col suo corpo, col suo respiro ha accompagnato il mio. Una sensazione potentissima. La ricordo come fosse ora anche se sono passati anni.

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