Tecnologia – A cosa può servire?-
La tecnologia è sicuramente indispensabile, è innegabile che sia una risorsa molto importante se ben usata. Ed è altrettanto innegabile quanto sia difficile da regolare e gestire in un periodo particolare come l’adolescenza.
Ci permette di abbattere distanze, di lavorare ovunque, di incontrare persone che sarebbe difficile incontrare fisicamente.
Ci permette di automatizzare processi e organizzare il lavoro rendendolo più agile e immediato.
Ci permette di comunicare a qualsiasi ora senza dover per forza attendere i tempi dell’altro (che leggerà nei suoi tempi).
Ci permette di trovare tantissime informazioni in tempi rapidissimi.
Tecnologia – Come ci fa sentire?
Essere dietro ad un pc per lavorare, studiare, leggere, informarci, comunicare, ci fa sentire efficienti, al sicuro e sicuri.

Io stessa, quando utilizzo il pc e/o il cellulare, mi sento, al sicuro, protetta..
Mi soffermo allora su questa sensazione..
Cerco di analizzarla…
Il fatto di sentirmi più sicura dietro ad uno schermo credo abbia a che fare con la fatica di confrontarsi, con tutte quelle sensazioni di vergogna, paura, senso di inadeguatezza, un po’ superate perché ora sono adulta, ma che tanto mi caratterizzano fin dall’infanzia.
Tecnologia e adolescenti durante il Covid
Proviamo a soffermarci su questa sensazione. Proviamo ad immedesimarci nei panni di un adolescente oggi..
Immaginiamo di essere un adolescente di oggi, ipoteticamente 13/18 anni…
Cerchiamo di andare nel corpo, di sentire le sensazioni che sentivamo quando eravamo ragazzini/e.
Ora che abbiamo tutti 15 anni ( ci piacerebbe e’?), pensiamo a come abbiamo trascorso gli ultimi 3 anni (mi riferisco al delirio covid):
il primo anno eravamo molto soli, isolati, no sport, no socialità, visi coperti dalle mascherine, no contatto fisico, gli amici si incontravano quasi solo tramite tel. o pc.

Quando siamo andati a scuola, la scuola è stata un delirio ( questo lo dico anche da educatrice – gli insegnanti di ogni ordine e grado tutti stressatissimi, protocolli assurdi, inutili, inutilizzabili, sembra che l’unica cosa che importa sia se hai non hai il covid). Esiste il COVID, le persone non esistono più.
Altrettanto deliranti la gestione dei trasporti, della sanità,..
Gli adulti, genitori, lavoratori, sembrano schegge impazzite per stare dietro a tutti e tutto.
E noi ragazzi e ragazze? Come stiamo? Come ci sentiamo? Qualcuno ce l’ha chiesto?
Alcuni accenni sull’adolescenza
L’adolescenza è caratterizzata, di per sè come periodo, da grossi cambiamenti psicofisici e neurologici.
Emotivamente
E’ quel periodo in cui non sai chi sei, di solito non ci si piace per niente, ogni difetto diventa una cosa immensa, come se fosse l’unica cosa che si vede della persona.
E’ quel periodo in cui le emozioni sono estremamente forti, tutte. Si passa dalle stelle alle stalle in un nanosecondo.
E’ quel periodo in cui “non c’ho voglia” di niente, tutto è noia, tutto non ha senso, solo perdere tempo ha senso…
Neurologicamente
A livello neurologico il cervello si prepara ad una profonda rivoluzione. Si verificano modifiche strutturali e funzionali a carico di aree cerebrali corticali e sottocorticali. Processi che migliorano l’efficienza di elaborazione delle informazioni e la velocità di comunicazione dei neuroni. Il trambusto che si crea nel cervello dell’adolescente è finalizzato al passaggio da un cervello con molti neuroni poco connessi, ad uno con meno neuroni, integrati in circuiti ben collegati.
Parallelamente, nel cervello dell’adolescente si completa lo sviluppo della sostanza bianca, formata da fibre che collegano le aree del cervello e che si arricchiscono di mielina. Durante l’adolescenza la quantità di mielina quasi raddoppia in alcune regioni cerebrali rendendo ancora più rapida la propagazione dei messaggi nervosi, come un treno ad alta velocità. Questi processi che coinvolgono la sostanza grigia e la sostanza bianca permettono un incremento cognitivo rapido.
Per saperne di più: https://www.stateofmind.it/2020/06/adolescenti-cervello/
Fisicamente
Fisicamente l’adolescenza si colloca a valle dello stravolgimento collegato alla pubertà che per le femmine si colloca fra i 10 e gli 11 anni e per i maschi fra i 12 e i 13 anni. I bambini si trasformano in proto adulti, acquisiscono caratteri sessuali primari e secondari, acquisiscono nuove potenzialità fra cui quella di potere procreare.
Nelle femmine, intervengono aumenti di statura, di peso, la comparsa del seno, dei peli pubici, la modifica della vulva, le prime mestruazioni.
Nei maschi, aumenta la statura, il peso, la percentuale di muscoli. Crescono i peli un po’ su tutto il corpo, compare la barba, si abbassa la voce, compare l’acne, il pene si ingrandisce e avviene la prima eiaculazione spontanea.
E’ importante preparare i ragazzi a queste modifiche. Prepararli al fatto che potranno procreare.
La fase di sviluppo fisico è decisamente più precoce dello sviluppo cognitivo. Gli adolescenti si trovano dei corpi completamente funzionanti e funzionali, frutto di milioni di anni di evoluzione, pronti per combattere, cacciare, procreare. Mentre la parte più esterna del cervello, l’ultima generata dal processo evolutivo, nell’adolescente non è ancora completamente maturata. Per una completa maturazione è necessario attendere circa fino ai 20 anni.

Questi argomenti sono molto complessi, necessiterebbero approfondimenti. Gli accenni qui riportati ci danno però un’idea del perché quando i nostri figli arrivano all’adolescenza, è tutto così strano, difficile, diverso.
EFFETTO COVID O NON COVID
In tutto questo impegnativo quanto delicato processo, si può immaginare quanto è rilevante come vivono questo periodo i ragazzi, a che cosa sono esposti.
Mi riferisco al livello culturale, sociale, relazionale, ….
Durante il lungo periodo Covid:
In quale modo hanno vissuto il grosso processo di cambiamento tipico della loro età?
Quali sono state le esperienze e gli ambienti in cui hanno potuto agire in modo protetto la loro fisicità, le loro emozioni?
Come è stata usata la tecnologia?
I ragazzi l’hanno usata per studiare, per giocare;
A quali giochi? Con Quali Personaggi? In quali ambienti virtuali?
Tante volte, durante la prima lunga chiusura, pensavo a loro. Li immaginavo nella loro solitudine, costretti a casa con i genitori, chiusi nella camera, magari collegati in Dad.
La tecnologia è stata l’ancora di salvezza, l’unico modo per stare nel mondo.
La durata in termini di tempo e l’esclusività di questa modalità di “stare nel mondo”, per alcuni, può essere diventata una esperienza con conseguenze negative.
Non sono ferrata personalmente sulle tipologie di giochi virtuali ma ho parlato con più di uno psicoterapeuta che lavora con gli adolescenti. Il virtuale è molto studiato dagli specialisti. I personaggi virtuali sono coloro che permettono di entrare in contatto con alcuni ragazzi, scoprire dove sono, come si esprimono, che cosa esprimono.
Il tema è molto complesso.
Per quanto riguarda la tecnologia, negli ultimi anni ha occupato tutto lo spazio per necessità legate alla situazione covid. Se per certi versi, la tecnologia ci ha salvato la vita, per altro , ci ha cambiato il modo di relazionarci con noi stessi, con gli altri, con il mondo.
Adolescenti – Post Covid
Una personale e iniziale fotografia dei giovani.
Due anni fa sono tornata ad avere a che fare con le età adolescenziali. Ho avuto a che fare per vari progetti con ragazzi dai 13 ai 25 anni.
Ho incontrato ragazzi giovani, timidi, impauriti di fronte a chiunque gli rivolga la parola; oppure apparentemente indifferenti, come se gli altri non esistessero.
Ho incontrato giovani con atteggiamenti accondiscendenti a parole; alcuni ragazzi dimostrano voglia di fare e fare bene. Provano ad affrontare con tenacia le loro difficoltà e cercano di superarle.
Ho condiviso momenti profondi in cui pian piano è cresciuto il clima di gruppo si sono affidati e fidati del gruppo e sono riusciti ad “ESSERE” e di questo hanno tanto ringraziato.
Ho avuto a che fare con ragazzi un pò più grandi, efficienti, preparati, presenti. Alcuni si sono presentati sicuri di se nel fare il compito assegnato.
Alcuni dimostrano preparazione, a volte ostentano superiorità, non chiedono aiuto, faticano a riconoscere l’adulto, non hanno bisogno di imparare niente.
“Un buon numero di giovani si accorgono a ventidue anni di sapere praticamente tutto quello che c’è da sapere e vogliono che gli altri sappiano che essi lo sanno. Quando raggiungono i trentadue anni, si accorgono di avere ancora due o tre cosette da imparare; a quarantadue si gettano a capofitto ad imparare (cosa che io faccio ancora a 73).“
Robert Baden-Powell, libro La strada verso il successo Origine: La strada verso il successo, p. 162
Fonte: https://le-citazioni.it/autori/robert-baden-powell/?page=2
Mi viene in mente l’immagine del castello di sabbia.
Provando a porre ad alcuni di loro una domanda in più o diversa da quella che si aspettano le risposte e reazioni possono essere differenti, ad esempio: crollano, sviano, spariscono, aggrediscono, sfidano, rispondono, non rispondono.
Sempre più frequentemente i giovani faticano a mantenere l’impegno a lungo, non si confrontano, di fronte alle difficoltà e agli imprevisti non reggono, cambiano strada.
I ragazzi faticano o non sono in grado di riconoscere e/o gestire le proprie emozioni. In alcuni contesti, vivono esperienze di gruppo, esprimono le proprie emozioni, partecipano in modo intenso e coinvolto alle proposte. Successivamente però spariscono, nonostante l’intensità dei momenti poco prima vissuti. E’ possibile che chiudano ogni comunicazione. Un momento ci sono e agiscono comportamenti adulti, un momento dopo non ci sono più per motivazioni che non sanno neanche loro.
I ragazzi sono efficienti e veloci, preparati nel fare, ma fragili, fragilissimi nell’essere.
A volte è difficile star loro accanto.
Oggi, con un clik si può letteralmente distruggere il mondo.
Quando abbiamo l’opportunità, come genitori , educatori, zii, nonni, di osservare un bambino piccolo siamo tutti estasiati.
Lui/lei compie tanti passaggi con le mani, con la bocca, con il corpo, ciucciano, si rotolano, lallano con la voce. Ogni più piccola, loro evoluzione, è occasione di stupore di tutti quelli che lo/la circondano. E’ giusto, è molto importante tutto quello che fanno per l’evoluzione/formazione del sistema nervoso. E noi adulti, da tutti quei passaggi che vediamo fare, dobbiamo imparare, per il bene anche del nostro sistema nervoso. Abbiamo bisogno di continuare ad imparare, come muoverci, come parlare, come apprendere.
I giovani, non sono meno interessanti dei bambini piccoli. Loro fanno tante prove per diventare gli adulti che diventeranno. Lo studio, il rapporto col loro corpo, gli approcci con gli amici, le relazioni, la sessualità.
Stare con loro, ascoltarli, osservarli nei movimenti, sentire i ragionamenti che fanno. Vedere le strategie che mettono in atto quando non si piacciono fisicamente, c’è chi si guarda allo specchio e urla, poi si chiude in camera, mette la musica a tutto volume e balla o fa ginnastica fino allo sfinimento. Tutto eccessivo si. Ma loro hanno il coraggio di farlo. E quei passaggi sono importanti. Le relazioni con gli altri, con gli adulti, con Dio, con l’altro sesso…Ci sarebbe da scrivere un libro su ogni tema.
Qui, vorrei solo sottolineare, l’importanza dei passaggi che fanno i ragazzi, l’importanza per loro ma anche per noi. Sicuramente abbiamo tante responsabilità, e il tempo è il nostro padrone. Ma il tempo della cura di noi stessi e di chi ci sta accanto, è il più prezioso.
Questo tempo con i ragazzi, ci permette di continuare ad imparare, se ci riflettiamo. Cerchiamo di non dare per scontato né quello che siamo noi, perché potremmo renderci conto che sarebbe meglio cambiare un po’ nei nostri modi, né tantomeno quello che sono le persone vicino a noi perché potremmo avere da imparare.
Stare con, vuol dire avere l’opportunità di stupirsi, di ripercorrere, un po’ anche noi, quei percorsi e continuare a crescere.
Vuol dire volere e volersi bene.

Torniamo umani, osserviamo i nostri figli, ragazzi, gli animali, la natura, ascoltiamo per ascoltare.
Stiamo con le persone, creiamo opportunità di crescita condividendo esperienze e valori.
E’ compito di tutti ridare alla tecnologia il giusto ruolo di strumento di studio e lavoro e non di sostituto di persone e relazioni.
Rimbocchiamoci le maniche tutti, ce lo dobbiamo, lo dobbiamo ai nostri figli e nipoti, coltiviamo passioni, bellezza, arte, cultura, spiritualità, pace, valori. Condividiamo la vita. Dedichiamo tempo alla cura delle relazioni. Prendiamoci cura della VITA in qualunque sua forma. Solo questo ci può salvare. Solo questo può salvare il mondo. Solo così il mondo sarà un posto bello per i nostri figli e nipoti.
Buona Vita

“Quando guardate, guardate lontano, e anche quando credete di star guardando lontano, guardate ancor più lontano!“
Robert Baden-Powell Origine: Da Headquarters Gazette, novembre 1920, in Taccuino, p. 12Fonte: https://le-citazioni.it/autori/robert-baden-powell/